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(Argomento 4): Proteggere i valori e i diritti dell’UE combattendo i discorsi e i crimini d’odio

(Topic 4): Protecting EU values and rights by combating hate speech and hate crime

Titolo:

(Argomento 4): Proteggere i valori e i diritti dell’UE combattendo i discorsi e i crimini d’odio

(Topic 4): Protecting EU values and rights by combating hate speech and hate crime

TOPIC ID: CERV-2023-CHAR-LITI-SPEECH

Ente finanziatore:

Commissione europea

Programma Cittadini, uguaglianza, diritti e valori (CERV)

Obiettivi ed impatto attesi:

Tutte le forme e le manifestazioni di odio sono incompatibili con i valori dell’UE e con i diritti fondamentali sanciti dall’articolo 2 del Trattato e dalla Carta. L’odio colpisce le singole vittime e i gruppi a cui appartengono, genera polarizzazione sociale e mette a tacere ampi settori della popolazione, indebolendo il pluralismo e minando i dibattiti pubblici e democratici.

indebolendo il pluralismo e minando i dibattiti democratici pubblici e rispettosi. Il mondo online ha amplificato gli effetti negativi dei discorsi d’odio. I crimini d’odio sono una violazione diretta del diritto fondamentale delle vittime alla dignità, all’uguaglianza e alla non discriminazione.

La lotta ai discorsi e ai crimini d’odio è quindi una parte fondamentale dell’azione della Commissione per promuovere i valori dell’UE e garantire il rispetto della Carta.

A livello europeo, la decisione quadro del Consiglio del 2008 prevede la criminalizzazione di alcune forme di discorsi e crimini d’odio. Inoltre, nel dicembre 2021 la Commissione ha adottato una comunicazione in cui invita il Consiglio dell’Unione europea a estendere la base giuridica per la criminalizzazione a livello europeo ad altre forme di discorsi e crimini d’odio, oltre ai motivi razzisti e xenofobi già contemplati dalla decisione quadro. Le organizzazioni della società civile svolgono un ruolo cruciale nella lotta ai discorsi e ai crimini d’odio, salvaguardando e promuovendo i diritti fondamentali. I progetti nell’ambito di questa priorità dovrebbero mirare a consentire alle organizzazioni della società civile di istituire meccanismi di cooperazione con le autorità pubbliche per sostenere la denuncia di episodi di crimini e discorsi d’odio; garantire il sostegno alle vittime di discorsi e crimini d’odio; e sostenere l’applicazione della legge, anche attraverso la formazione o le metodologie e gli strumenti di raccolta dei dati. I progetti dovrebbero inoltre concentrarsi su attività che affrontino i discorsi d’odio online, tra cui la segnalazione di contenuti alle aziende informatiche, la progettazione di campagne narrative di contrasto e di sensibilizzazione e attività educative per affrontare le sfide sociali dei discorsi d’odio online.

Attività finanziabili :

-Attività per consentire alle organizzazioni della società civile di denunciare episodi di odio, anche con particolare attenzione a motivi specifici, e di contribuire alla creazione di metodologie e meccanismi di raccolta dei dati;

– Attività per garantire il sostegno alle vittime dei discorsi e dei crimini d’odio, incoraggiando la denuncia, fornendo un aiuto pratico per la ricerca di un risarcimento e un sostegno psicosociale sensibile alle differenze di genere;

– Attività per sostenere l’applicazione della legislazione esistente che vieta i discorsi e i crimini d’odio, anche attraverso la formazione dei professionisti delle forze dell’ordine e della giustizia;

– attività per elaborare coalizioni o piani d’azione nazionali o locali contro i discorsi d’odio e i crimini d’odio e per stabilire o rafforzare meccanismi di cooperazione strutturata, in particolare tra le organizzazioni della società civile e le autorità pubbliche nell’ambito della lotta ai crimini e ai discorsi d’odio, anche per sostenere le indagini e i procedimenti giudiziari e per proteggere le vittime;

– attività per affrontare i discorsi d’odio online, in particolare per monitorare la prevalenza dei discorsi d’odio sui social media e gli “ecosistemi” dell’odio online, per segnalare i contenuti dei discorsi d’odio alle aziende informatiche e per progettare iniziative efficaci per prevenire e combattere i discorsi d’odio. Queste possono includere campagne o attività educative per affrontare le sfide sociali del discorso d’odio online.

Impatto atteso

-Maggiore conoscenza della legislazione europea e nazionale in materia di crimini e discorsi d’odio;

– Rafforzamento delle azioni nazionali o locali per migliorare la capacità delle autorità, in particolare delle forze dell’ordine, di individuare gli indicatori di pregiudizio e di indagare e perseguire efficacemente i reati, anche attraverso la cooperazione tra più parti;

– Miglioramento delle metodologie di registrazione dei crimini d’odio e di raccolta dei dati;

– Meccanismi più efficaci per denunciare i discorsi e i crimini d’odio e per consentire alle vittime e ai testimoni di farsi avanti;

– Maggiore assistenza alle vittime per l’accesso a un supporto specialistico, fornendo sia alle vittime che ai testimoni sostegno emotivo, aiuto pratico e informazioni;

– Migliori metodologie di registrazione dei crimini d’odio e di raccolta dei dati;

– Maggiore conoscenza della prevalenza e degli “ecosistemi” dell’odio sulle diverse piattaforme dei social media, nei vari contesti nazionali e linguistici;

– maggiore efficacia dei meccanismi di notifica e di azione da parte delle aziende informatiche per consentire una rapida valutazione e rimozione dei contenuti di incitamento all’odio;

– maggiore consapevolezza della popolazione in generale riguardo all’incitamento all’odio e ai suoi effetti negativi sulla democrazia e sul pluralismo;

– maggiore resilienza delle organizzazioni della società civile nello svolgere il loro lavoro contro i gruppi che incitano all’odio e maggiore capacità di rispondere agli attacchi.

Criteri di eleggibilità:

Per essere ammissibili, i richiedenti (capofila “Coordinatore”, co-richiedenti

e soggetti affiliati) devono

Per i candidati capofila (cioè il “Coordinatore”): essere persone giuridiche senza scopo di lucro (enti privati).

Per i co-richiedenti: essere persone giuridiche senza scopo di lucro o con scopo di lucro (enti pubblici o privati). Le organizzazioni a scopo di lucro possono candidarsi solo in partenariato con organizzazioni private senza scopo di lucro;

essere formalmente stabiliti in uno dei Paesi ammissibili, ossia:

Stati membri dell’UE (compresi i Paesi e territori d’oltremare (PTOM)).

Altre condizioni di ammissibilità:

– Le attività devono svolgersi in uno dei Paesi ammissibili (Stati membri dell’UE).

– La sovvenzione UE richiesta non può essere inferiore a 75.000 euro;

– il progetto può essere nazionale o transnazionale; la domanda può coinvolgere una o più organizzazioni (candidato principale “Coordinatore” e co-candidati).

– I beneficiari e gli enti affiliati devono iscriversi al Registro dei partecipanti – prima di presentare la proposta – e dovranno essere convalidati dal Servizio centrale di convalida (REA Validation). Per la convalida, sarà richiesto loro di caricare documenti che dimostrino lo status giuridico e l’origine. Altre entità possono partecipare in altri ruoli del consorzio, come partner associati, subappaltatori, terze parti che forniscono contributi in natura, ecc.

Durata

I progetti dovrebbero normalmente avere una durata compresa tra i 12 e i 24 mesi (sono possibili estensioni

se debitamente giustificate e attraverso un emendamento).

Contributo finanziario:

I parametri della sovvenzione (importo massimo della sovvenzione, tasso di finanziamento, costi totali ammissibili, ecc.) saranno stabiliti nella Convenzione di sovvenzione (Scheda tecnica, punto 3 e art. 5). Budget del progetto (importo massimo della sovvenzione): Nessun limite. La sovvenzione concessa può essere inferiore all’importo richiesto. La sovvenzione sarà una sovvenzione mista a costi effettivi basata sul bilancio (costi effettivi, con elementi di costo unitario e forfettario). Ciò significa che rimborserà SOLO alcuni tipi di costi (costi ammissibili) e i costi effettivamente sostenuti per il progetto (NON i costi preventivati). Per quanto riguarda i costi unitari e gli elementi forfettari, è possibile addebitare gli importi calcolati come spiegato nella Convenzione di sovvenzione (cfr. art. 6 e allegati 2 e 2a). I costi saranno rimborsati al tasso di finanziamento stabilito nella Convenzione di sovvenzione (90%). Le sovvenzioni NON possono produrre un profitto (cioè un’eccedenza delle entrate + sovvenzione UE rispetto ai costi). Le organizzazioni a scopo di lucro devono dichiarare le loro entrate e, se c’è un profitto, lo dedurremo dall’importo finale della sovvenzione (vedi art. 22.3). Inoltre, si tenga presente che l’importo finale della sovvenzione può essere ridotto in caso di non conformità con la Convenzione di sovvenzione (ad esempio, implementazione non corretta, violazione degli obblighi, ecc.)

Scadenza:

25 maggio 2023 17:00:00 ora di Bruxelles

Ulteriori informazioni:

call-fiche_cerv-2023-char-liti_en.pdf (europa.eu)

Per scaricare questo bando, in formato pdf, clicca qui.

 

 

 

 

Servizio offerto da Mario Furore, deputato al Parlamento europeo, membro non iscritto.
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